Asolo al femminile, le tre donne che amarono il borgo trevigiano.
Eleonora Duse “La Divina”.
Eleonora Duse è una delle tre grandi donne di Asolo, assieme alla regina Caterina Cornaro e alla viaggiatrice e scrittrice Freya Stark: iniziò a frequentare il borgo nel 1892, vi prese casa nel 1920 e volle esservi sepolta nel 1924.
La vita
Eleonora Duse, una delle più grandi attrici tra Ottocento e Novecento, nasce nel 1858 a Vigevano da una famiglia di attori clodiensi. Figlia d’arte inizia giovanissima a recitare, ama il teatro e si forma come autodidatta.
A quattro anni debutta a Chioggia con il personaggio di Cosetta de I Miserabili di Victor Hugo nella compagnia dei genitori, a dodici è Francesca da Rimini, a quattordici Giulietta.
Determinante per la sua dedizione completa al teatro fu l’incontro con Sarah Bernhardt, ritenuta allora la più grande attrice vivente, originale e sperimentatrice. A ventun anni affina con lo studio la propria ricerca e si misura con l’interpretazione di personaggi moderni come la nuora uxoricida Teresa Raquin di Emile Zola, La principessa di Bagdad, La signora delle camelie, La moglie di Claudio, Cavalleria Rusticana, Antonio e Cleopatra, Casa di bambola, La donna del mare.
Conquista l’adorazione del pubblico e si avvicina agli ambienti della Scapigliatura. Attira l’interesse della critica che la esalta per lo stile e la voce pulita, esente da capricci vocali, vezzo delle attrici sue contemporanee.
Fu pioniera del teatro moderno poiché tagliò i ponti con il vecchio modo di stare sul palco, con lo stile ottocentesco fatto di parrucche, trucchi pesanti e voci impostate, portando con sé uno stile recitativo basato sull’istinto, la realtà, la purezza del sentimento e della sua messa in scena. Nel 1897 a Parigi interpreta il Sogno d’un mattino di primavera con enorme successo e diventa una sorta di punto di riferimento per chi vive e crede in un teatro moderno.
Si stringe in una relazione con Martino Cafiero, direttore del Corriere del Mattino, col quale ha un breve legame e un figlio che vive poche settimane.
Da qui in poi la vita sentimentale di Eleonora Duse è sempre più tormentata e complicata: sposa nel 1881 senza esserne innamorata l’attore Tebaldo Checchi dalla cui relazione nasce una bambina, Enrichetta, ma infelice opta per una chiusura definitiva del rapporto; ha una lunga storia segreta che oscilla tra alti e bassi con il compositore Arrigo Boito.
Poi si innamora di Gabriele D’Annunzio, tanto da partire per l’Egitto e per la Grecia nel 1898 accompagnata dallo scrittore, che dapprima la corteggia con insistenza, ne fa la sua musa, la sfrutta economicamente per indurla a finanziare i suoi lavori teatrali e infine la tradisce. Dopo una decina d’anni dal loro incontro la storia finisce nel 1904.
Il 25 gennaio 1909 a Berlino, dopo la rappresentazione de La donna del mare Eleonora decide di lasciare il teatro.
Nel 1916 eccola girare il suo primo e unico film, Cenere, dal romanzo di Grazia Deledda, per la regia di Febo Mari. Nel 1920, con la compagnia Zacconi, a Torino, è di nuovo La Donna Del Mare, benchè invecchiata ancora una volta viene osannata per le sue intramontabili doti artistiche.
Decide di organizzarsi con una sua compagnia e parte in tourneé, prima a Londra e a Vienna, poi negli Stati Uniti, dove a Pittsburgh, muore di tubercolosi il 21 aprile 1924. Trasportata in Italia, si svolgono i funerali a Roma, nella basilica di Santa Maria Degli Angeli, e la sepoltura ad Asolo.
La Duse e Asolo
La casa detta La Mura: Eleonora Duse giunge per la prima volta ad Asolo alla fine del 1892, ospite dell’americana Katherine de Key Bronson, che aveva conosciuto a Venezia. L’attrice soggiorna nella casa asolana dell’amica, detta “La Mura”, nei pressi della porta Loreggia e delle antiche mura medievali che cingono la città. Il soggiorno è breve ma intenso: la Divina si innamora di Asolo che dà pace al suo spirito e al suo corpo stremati dai continui spostamenti dovuti alle tournée. Nel 1920, dopo essersi ritirata dalle scene fa ritorno ad Asolo e chiede alla figlia dell’ormai defunta amica di poter affittare la stessa casa nella quale era stata ospite anni prima, ed ella acconsente.
Ma la Duse si trattiene solo fino al giugno del 1920, in quanto l’abitazione, abbandonata da anni, non è abbastanza confortevole. Prima di lasciare quel rifugio ingaggia un giardiniere perché poti e sistemi il rosaio morente del balcone a forma di altana rivolto verso la vallata.
La Casa dell’Arco: l’attrice, fin dal 1919, ha come unico desiderio quello di prendere casa ad Asolo e per fare ciò si affida all’ingegnere Sebastiano Cantoni, il quale le consiglia di affittare una casa detta “Casa dell’arco” perché parte dell’edificio ingloba l’antica porta medievale di S.Caterina. La Duse ne è entusiasta, soprattutto per la posizione che le consente di godere della vista sia della pianura che del monte Grappa. Dopo il ritorno sulle scene nel 1921, la Duse riesce a tornare ad Asolo un’ultima volta solo nell’agosto del 1922, trattenendosi meno di un mese.
La Tomba a Sant’Anna: dopo la morte, le spoglie della Divina vengono trasferite in Italia a bordo della nave Duilio, che attracca nel porto di Napoli. Le autorità italiane organizzano un treno speciale per portare la salma da Napoli ad Asolo attraverso diverse regioni d’Italia, dove viene accolta ovunque da folle immense acclamanti il suo nome. La mattina del 12 maggio 1924, viene sepolta ad Asolo nel cimitero di Sant’Anna.
Riposa, come da lei lasciato scritto, sotto una semplice pietra bianca rivolta verso il Grappa.
“Amo Asolo perché è bello e tranquillo, perché non è lontano dalla Venezia che adoro….allorché al mattino apro le imposte della mia camera, nel vano della finestra si inquadra il Monte Grappa. Allora metto due vasi di fiori sul davanzale. Questa sarà l’asilo della mia ultima vecchiaia, e qui desidero di essere seppellita. Ricordatelo, e se mai, ditelo”.
Qui invece abbiamo parlato di Caterina Cornaro, la regina di Cipro ad Asolo
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